La doppia esplosione
scuote il palazzo del F.B.S.A. l’intero piano della sala autopsie è avvolto da
un’altissima onda di calore che vaporizza quasi istantaneamente ogni cosa che incontra.
Intelaiature di metallo si liquefano e pareti di cemento si sgretolano. Il
collasso del piano ha come conseguenza il crollo del piano superiore. Non più
frenata da pareti, soffitti e pavimenti l’onda di calore, accompagnata da
un’onda d’urto di pari potenza, si propaga in ogni direzione.
Le
strutture del palazzo sopravvissute al primo impatto dell’esplosione non sono
più in grado di sostenerne il peso.
Ai
pochi in grado di vederlo sembra che il palazzo si ripieghi su se stesso, come
se fosse stato stretto dalla mano invisibile di un gigante e come un castello
di carte si accartoccia e crolla.
Passano
pochi minuti poi una nuova forte esplosione scuote l’area. Gli incendi
sotterranei hanno raggiunto il gas liberato dalla distruzione delle tubature.
Niente
e nessuno che si trovasse tra le rovine può essere sopravvissuto. In mezzo ai
detriti solo una cosa è rimasta intatta: lo scudo di Capitan America.
PARTE PRIMA
IL LUNGO ADDIO
1.
Henry Pym quasi non ode le sue stesse parole. Nel
parco del Palazzo dei Vendicatori a New York c’è un sacco di gente,
praticamente tutti i Vendicatori presenti a passati e forse anche qualcuno
futuro. Ha la sensazione che ogni vigilante mascherato della nazione sia venuto
alla commemorazione di Capitan America.
Non conosceva molto il ragazzo ma le
poche volte che si erano incontrati aveva imparato a rispettarlo: si era preso
un fardello pesante sulle spalle ma l’aveva portato con onore.
Era stata una settimana pesante per
il suo gruppo, cominciata con la scomparsa di She-Hulk. Era stata liberata ma
pagando un prezzo altissimo: suo padre, lo Sceriffo della Contea di Los Angeles
Morris Walters, aveva sacrificato la sua vita per salvare quella della figlia,
il funerale c’era stato solo il giorno prima.[1]
Ora Jennifer era lì, davanti a lui,
ma non c’era traccia nel suo volto della sua abituale gioia di vivere: solo
dolore ed una tristezza infinita. A pochi passi c’era U.S.Agent con la mascella
serrata. Lui era presente all’esplosione del QG del F.B.S.A. e sentiva su di sé
il senso di colpa per non essere riuscito a portar fuori Capitan America prima
dell’esplosione finale.[2]
Calabrone sa bene cosa sia il senso
di colpa e di inadeguatezza, ci ha convissuto per la maggior parte della sua
vita da adulto, a partire dal non essere stato capace di impedire che la sua
prima moglie fosse uccisa da degli estremisti politici.[3]
Solo pochi giorni fa ha fatto un patto scellerato con il nuovo Power Broker pur
di salvare She-Hulk. Ha già preso delle contromisure per rimediare, ma continua
a chiedersi se avrebbe potuto agire diversamente.
Smette di parlare e sta per scendere
dal podio quando vede un uomo in piedi presso il cancello e si blocca: Steve
Rogers? Non può essere. Sbatte gli occhi e quando li riapre la figura è
scomparsa. Un’allucinazione dovuta allo stress quasi certamente, forse sta
chiedendo troppo a se stesso.
Il suo sguardo incrocia quello dei
suoi attuali compagni e quello della donna che è stata la sua seconda moglie ed
il suo grande amore, Janet Van Dyne alias Wasp, una donna a cui non sa cosa
dire adesso e così volge lo sguardo.
Convivere coi propri sensi di colpa
non è mai facile.
Dennis “Buck” Bukowski, Procuratore
Distrettuale della Contea di Los Angeles, sa bene cosa sia il senso di colpa.
Per colpa di una sua errata valutazione una giovane donna è morta. Un gangster
voleva uccidere Jennifer Walters e ne fece sabotare l’auto, ma per una serie di
fatalità alla guida si trovava la migliore amica di Jennifer. She-Hulk aveva
tentato di salvare la ragazza ma Buck aveva mal interpretato la situazione e
creduto invece che la gigantessa di giada volesse ucciderla ed era intervenuto
per fermarla. L’auto senza freni era finita fuori strada e la ragazza di nome
Jill era morta nell’esplosione che ne era seguita.[4]
Quando seppe come stavano veramente
le cose[5]
Buck ne fu devastato e se tiene una foto di Jill sulla sua scrivania è per ricordarsi
quanto grosse possano essere le conseguenze di un suo errore.
Non ha nulla da rimproverarsi
stavolta: non avrebbe potuto far nulla per impedire la morte dello Sceriffo
Morris Walters,[6]
non era nemmeno presente, eppure non può non sentire il morale in fondo ai
tacchi. Morris era stato una sorta di mentore per lui, lo aveva sempre
incoraggiato ed ora non c’era più.
-Ciao Buck.-
Dennis alza gli occhi per trovarsi
di fronte all’alta figura di She-Hulk vestita di un tailleur nero con camicetta
bianca.
-Jennifer.- mormora
alzandosi dalla sua poltrona.
Non l’aveva più vista dal giorno del
funerale e quel che leggeva su quel volto un tempo così solare lo faceva sentir
male.
-Io me ne vado.- dice
lei.
-Cosa?-
-Non ce la faccio
più.- continua Jennifer –Ho bisogno di staccare, di allontanarmi da tutto e
tutti almeno per un po’. Queste sono le mie dimissioni da Vice Procuratore
Distrettuale.-
Posa una busta chiusa sulla
scrivania e Buck la prende senza aprirla.-
-Senti…- dice -…
facciamo così: questa la tengo nel cassetto.- fa scivolare la busta nel primo
cassetto della scrivania -… tu, intanto, prenditi tutte le ferie arretrate che
hai accumulato e riposati quanto vuoi. Al tuo ritorno deciderai cosa vuoi
davvero fare.-
Jennifer Walters si ritrova ad abbozzare
un sorriso.
-Sei un vero amico
Buck, lo sai?-
-Sciocchezze.-
minimizzò lui –Piuttosto dove pensi di andare?
-Dalle parti di
Malibu o Santa Catalina, devo ancora pensarci.-
-Beh… ricordati di
mandarmi una cartolina.-
-Buck… nessuno manda
più cartoline, dovresti saperlo.-
-E tu mandala lo
stesso, io sono un vecchio dinosauro, lo sai.-
-Questo lo diceva
sempre anche papà di sé. Beh… mi piacciono i vecchi dinosauri.-
-Jen… io…-
-Non dire niente,
Buck… ciao.-
Dennis la guarda uscire e pensa a
tutte le cose che avrebbe voluto dirle senza riuscirci. Si siede alla
scrivania, si toglie gli occhiali e si passa sugli occhi un fazzoletto.
-Maledetti
moscerini.- borbotta e poi ritorna al lavoro.
Lorna Dane, alias Polaris, sorride
alla donna sullo schermo del computer sul tavolo della sua stanza.
-Non è stata una
bella settimana per nessuno di noi, vero?- dice.
<<Direi proprio
di no.>> risponde sua sorella Wanda, alias Scarlet <<Prima la morte
del padre di She-Hulk, poi Spirito Libero, Jack Flag ed infine Capitan
America.>>
-Ti capita mai di
chiederti perché lo fai? Voglio dire…-
<<Combattere i
cattivi, intendi? Sì, ogni tanto me lo chiedo… Mi domando come sarebbe se fossi
solo una comunissima madre che si prende cura di suo figlio, poi ricordo una
frase che Cap, l’originale intendo, citava spesso: “Perché il Male trionfi,
occorre che i Buoni non facciano nulla.”-
-Capisco. Mi hai dato
qualcosa su cui riflettere.-
<<Hai dei
dubbi?>>
-Beh... dopo quel che
è successo con Jennifer, mi sono chiesta se valeva la pena di continuare coi
Vendicatori.-
<<E hai
deciso?>>
-Non ancora. In fondo
hai ragione: ho dei poteri e questo mi dà delle responsabilità.-
<<Bel
motto.>>
Polaris sorride.
-Grazie. Ascolta, se
hai voglia di parlare di quei due ragazzi che sono le reincarnazioni dei tuoi
figli perduti,[7] io
sono qui, sennò a che servono le sorelle?-
<<Perché non
vieni a New York a conoscerli. Anche Charles[8]
ti rivedrebbe volentieri.-
La conversazione prosegue ed intanto
Lorna pensa a cosa vorrebbe dire per lei tornare a New York. E se rivedesse
Alex Summers, Havok? Tante cose sono rimaste irrisolte tra loro e forse
dovrebbero chiarirle.
Accantona il pensiero. Come diceva
Rossella O’Hara, ci penserà domani.
2.
Le chiamano Torri Gemelle ma non
hanno nulla a che fare con la famosa coppia di edifici distrutta l’11 settembre
2001: sono le due estremità di un edificio che misura 140.000 metri quadrati ed
ospita la più nuova delle quattro prigioni della Contea di Los Angeles tutte
sotto la responsabilità del Dipartimento dello sceriffo.
L’atmosfera è cupa oggi tra il
personale: quasi tutti qui conoscevano lo Sceriffo Morris Walters, il loro
capo, un uomo che non si faceva vedere solo da lontano ma che non aveva paura
di sporcarsi le mani assieme ai suoi uomini. Per molti di loro è stato l’unico
Sceriffo che hanno conosciuto, elezione dopo elezione, di quattro anni in
quattro anni, sembrava davvero eterno… ma ora non c’è più e questi uomini e
donne in divisa sentono la perdita.
A Mike Clemson non importa molto,
dopotutto lo Sceriffo Walters era tra coloro che hanno contribuito a farlo
incarcerare, la sua morte non lo tocca, ma è abbastanza furbo da non farlo
capire, i suoi secondini non gradirebbero.
È in attesa di essere consegnato
alle autorità federali: in cambio della più ampia collaborazione su quello che
sa della cospirazione per uccidere i Vendicatori[9]
ha ottenuto una pena mite per le accuse federali e locali di cui si è
dichiarato colpevole nei rispettivi tribunali. Non che sapesse molto a dire il
vero, ma era stato sufficiente per fare arrestare Ferrel J. Thompson conosciuto
anche come il Manipolatore, un altro dei membri della congiura.
La porta della cella si apre ed il
Vice Sceriffo gli si rivolge con voce brusca:
-Prendi la tua roba,
Clemson, è ora di partire.-
Clemson viene ammanettato e portato sino
all’uscita dove è consegnato a due uomini vestiti di scuro, U.S. Marshall
addetti al trasporto dei prigionieri federali, pensa l’uomo mentre viene fatto
salire su un furgoncino scuro diretto verso la vicina highway.
Poco più di venti minuti dopo un furgoncino
scuro non molto dissimile da quello appena partita si ferma davanti alla
prigione e ne scendono un uomo e una donna eleganti che si presentano alla
porta.
-Casey e Sisco, U.S.
Marshall Service.- dice la donna –Siamo qui per prendere in consegna il
prigioniero Michael Clemson.-
-Ma… - esclama il
Vice Sceriffo di guardia, decisamente sorpreso -… l’avete già portato via venti
minuti fa.-
Nel suo laboratorio nell’Hacienda
dei Vendicatori Hank Pym osserva compiaciuto Trish Starr che muove il braccio sinistro.
-Mi sembra che vada
benissimo, che ne dici?- le chiede.
-Sì.- risponde la
ragazza –Mi fa uno strano effetto, però. Forse devo solo abituarmi.-
Sono passati anni da quando
un’esplosione provocata da suo zio Elihas, il supercriminale Testa d’Uovo l’ha
privata del braccio sinistro e da allora Trish ha imparato a convivere con la
sua menomazione ma ora il braccio bionico che Hank le ha innestato potrebbe
cambiare le cose.
-Sembra quasi vero.-
commenta ancora Trish –Anche al tatto non sembra di metallo.-
-Perché non lo è.-
spiega Pym –La Barstow Electronics ha fabbricato la… la protesi basandosi su
mie specifiche e usando materiali sperimentali. Ci siamo basati sul braccio
bionico creato da Tony Stark anni fa per la detective Misty Knight ma abbiamo fatto
del nostro meglio per migliorarlo. Pare che una certa organizzazione che si fa
chiamare Fondazione Scientifica abbia sviluppato protesi analoghe ma Carl
Walker[10]
della Barstow sostiene che la nostra è migliore.-
-Ti sarà costata un
sacco di soldi.-
-Neanche un
centesimo. La Fondazione Maria Stark si assume tutti i costi se tu ti presterai
a far loro da sponsor per il loro nuovo programma prostetico ma se non ti va di
farlo…-
Trish si esamina il braccio
toccandolo più e più volte.
-Lo farò.- dice infine
–In fondo una volta ero una modella… e poi è per una buona causa, no?- si
avvicina a Pym e con la mano destra stringe la sua –Grazie Hank.-
-L’ho fatto
volentieri... per te.-
Trish gli circonda il collo con
entrambe le braccia.
-Questo braccio
bionico funziona davvero bene.- dice lei mentre avvicina le labbra a quelle di
lui.
Il bacio che ne segue è interrotto
dal fastidioso ronzio dell’interfono. Un po’ seccato Hank risponde:
-Sì?-
<<C’è una
visita per lei dottor Pym,.>> è la voce del maggiordomo Ramon Delgado
<<Dice di essere un agente dello S.H.I.E.L.D.>>
-Arrivo subito.-
Hank si libera del camice e si
sistema sul volto il casco del Calabrone. Accompagna Trish all’uscita con la
promessa di rivedersi per la sera, e pochi minuti dopo entra nella sala riunioni.
In attesa, in piedi, c’è un uomo dai capelli castani con le tempie imbiancate
che veste sportivo: un blazer da yachtsman e camicia con il primo bottone
slacciato,
-Mi chiamo Hunt,
Jerry Hunt.- si presenta porgendo la mano al Calabrone e rivelando una stretta
asciutta e vigorosa.
-Che posso fare per
lei, agente?- chiede Hank.
-Beh… per cominciare,
le porto i ringraziamenti per l’aiuto che ci ha dato in quella faccenda del
virus AZ1.-[11]
-Cosa? Ah quella storia
della settimana scorsa. Beh ho solo fatto quel che andava fatto. Quella
dottoressa Rappaccini era una mente brillante ma non abbastanza da impedirmi di
trovare un antidoto al suo virus. Ho sentito che avete fatto un’operazione
brillante contro la sua isola volante.-
-Beh… a dire il vero
non è andata proprio così. Le nostre unità sono intervenute a cose fatte
catturando un po’ di fuggiaschi ma non siamo stati noi a far precipitare
l’isola dell’A.I.D.-[12]
-No? E chi allora?-
-Pare che sia un
segreto.- Hunt strizza l’occhio –A dire il vero, gira la voce che Nick Fury
abbia una sua squadra segreta di operativi in costume per problemi di questo
genere, ma ovviamente sono solo voci non confermate e di certo Fury non le
confermerà mai.-
-Tutto molto interessante.-
commenta Hank mentre riflette sul fatto che lui stesso ha creato una squadra
segreta guidata da D-Man, per scoprire i segreti del nuovo Power Broker senza
informarne i suoi compagni di squadra.[13]
In questo non era stato diverso da Fury.
-A parte questo…-
continua Hunt -… sono venuto a chiedere un altro favore…-
Una scia elettrica attraversa i
cieli della Contea di Los Angeles dirigendosi verso la zona chiamata East Los
Angeles per poi assumere una forma vagamente umana, la forma dell’uomo chiamato
Miguel Santos, altrimenti noto come il Fulmine Vivente.
Mentre sta scendendo verso casa sua,
nota delle auto parcheggiate proprio davanti. Dai simboli dipinti le riconosce
come mezzi della banda dei Giaguari a cui è affiliato suo fratello José. Che ci
fanno qui? Si chiede ed interrompe la discesa. Se i Giaguari sono venuti a
minacciare la sua famiglia dovranno vedersela con lui e poco importa se c’è di
mezzo suo fratello, smetterà di proteggerlo.
Cautamente cambia direzione e plana
verso il retro della casa.
3.
In
una lussuosa villa di Beverly Hills una giovane donna dai tratti somatici
chiaramente orientali, forse cinese, forse giapponese o forse entrambe le cose,
è immersa in una grande vasca idromassaggio e mostra chiari segni di
inquietudine
A
dire il vero, Lotus Newmark, boss del crimine di Los Angeles, è furiosa. Il suo
braccio destro August “Auggie” Slater la osserva impassibile. Con una come
Lotus meglio non mostrare perplessità o, peggio ancora disapprovazione, per il
suo modo di fare.
-Due milioni di
dollari, ti rendi conto?- sbraita la donna -Due milioni di dollari di cauzione
per poter uscire da quella schifosa galera in attesa del processo.[14]
Io Lotus Newmark, trattata come una comune criminale.-
Slater tace, sopprimendo l’impulso
di dire alla sua datrice di lavoro che lui l’aveva consigliata di non
immischiarsi in quella faccenda e tenersi alla larga dai Vendicatori.
-Non voglio questo
processo. Fa qualcosa, qualsiasi cosa: paga il giudice, uccidi i testimoni,
intimidisci i giurati. Non m’importa come farai, l’importante è che tu mi tolga
questa grana di dosso, mi sono spiegata?-
-Perfettamente,
signora.- risponde Slater e se ne va cominciando a riflettere su come portare a
termine il lavoro affidatogli. Sarebbe sgradevole scontentare Lotus e finire
per fare un bagno nella vasca dei piranha.
Dopo essersi sfogata, Lotus comincia
a sentirsi rilassata.
Eros di Titano, il cui nome di
battaglia come Vendicatore è Starfox chiude il suo comunicatore personale.
Peccato, pensa, in fondo si è divertito a fare il supereroe ma non può ignorare
la chiamata che ha ricevuto.
Mentre sta andando verso la sala riunioni
della villa dei Vendicatori, Polaris spunta dalla direzione opposta. Ecco un
altro motivo per cui gli dispiace andarsene: fin da quando l’ha conosciuta ci
ha provato con lei ma la ragazza dai capelli verdi è sempre stata refrattaria
alle sue avance, l’ha sempre respinto con decisione. Eros avrebbe potuto
ricorrere al suo potere di stimolare i centri del piacere per… beh per renderla
più disponibile, ma gli sarebbe sembrato… com’è che dicono gli umani…
disdicevole. E comunque non sarebbe stato divertente come conquistarla con
mezzi normali. Peccato perché ha la sensazione che a letto sarebbe stata una
furia.
-Beh… sbotta
improvvisamente Polaris -… hai intenzione di restartene fermo a guardarmi o
vuoi fare qualcosa?-
-Come… scusa?-
Starfox si rede conto di essersi perso nelle sue fantasie per troppo tempo.
Cosa vuol dire la ragazza?
-Te ne stai qui fermo
davanti alla porta, vuoi entrare e farmi entrare o devo spostarti
magneticamente?-
-Oh... sì certo.-
poi, senza alcun motivo Eros dice –Ho ricevuto una comunicazione di mio padre,
Mentore, il signore di Titano,[15]
devo tornare a casa immediatamente.-
-Beh...- Lorna è
colta di sorpresa e borbotta istintivamente -… mi spiace.-
Starfox sorride e replica:
-Ah… allora sentirai
la mia mancanza?-
-Non farti strane
idee.-
D’impulso Starfox l’attira a se e la
bacia. Per qualche secondo Lorna sembra corrispondere al bacio, poi si stacca e
vibra uno schiaffo al compagno di squadra. Eros sorride.
-Ah… ne valeva la
pena.- commenta ridendo.
-Fai meno il buffone,
Calabrone ci sta aspettando.-
In effetti è così e con Calabrone
c’è un uomo in abiti sportivi e le tempie imbiancate. Ha un certo fascino,
pensa Lorna, poi ripensa al bacio datole da Starfox e le viene da sorridere.
Spera che Pym non se ne accorga.
-Salve…- li saluta
Calabrone -Aspettiamo che arrivino gli altri. Ci potrebbe essere una missione
in vista.-
In quel momento il pavimento
comincia a sussultare.
In uno dei bungalow con vista
sull’Oceano Pacifico che fanno parte della tenuta dei Vendicatori Pietro Maximoff,
il mutante noto come Quicksilver, e la sua moglie separata Crystal, principessa
della razza nascosta degli Inumani, stanno discutendo, cosa non rara per loro.
Perché il loro matrimonio è andato male? Forse è inutile chiederselo, forse
tutti e due hanno le loro colpe, anche se è una cosa che Quicksilver
difficilmente ammetterebbe con chiunque.
-Freccia
Nera mi ha chiesto di ritornare ad Attilan.- sta spiegando Crystal –Dopo che il
Consiglio Genetico è stato privato di molto del suo potere,[16]
Freccia Nera sta ristrutturando il nostro sistema di governo e dice di avere
bisogno del sostegno di tutta la Famiglia Reale unita. Non posso dirgli di no,
anche se il suo non è un ordine, non in questo momento.-
-Bene… immagino di
non poter dire niente per farti cambiare idea.- commenta Pietro - Non ne sono
mai stato capace dopotutto. Spero che potrò continuare a vedere Luna.- allude
alla loro figlia.
-Perché…- Crystal
esita riflettendo su cosa sta per dire e sulle sue implicazioni -… perché non
vieni con noi?-.
-Cosa? Sai cosa stai
dicendo? Non sono mai stato ben visto tra il tuo popolo, dovresti
ricordartelo.-
-Le cose cambiano e
quando non lo fanno forse il cambiamento dovrebbe essere forzato.-
Pietro è perplesso: Crystal gli sta
offrendo una riconciliazione? Cosa deve rispondere?
Prima che possa parlare la sua sedia
traballa. Un altro di quei dannati terremoti californiani?
4.
Lo Sceriffo ad interim Andy Roberts non è soddisfatto.
Prendere il posto di Morris Walters non è stato facile. Dannazione, Morris,
pensa, dovevi proprio farti ammazzare? Mi mancherai vecchio testone, mi
mancheranno le nostre discussioni e poi io non sarò mai alla tua altezza,
questo è certo.
Roberts
si rivolge al capo dello Special Enforcement Bureau:
-Allora che mi dici di questa “crisi dell’Hulk
rosso”, Bob?”-
-Assolutamente nulla .- risponde l’altro
scuotendo la testa –Tutto quello che sappiamo è che è apparso nel bel mezzo di
Rodeo Drive, ha urlato qualcosa che un testimone ha giurato essere: “Hulk Rosso
spacca!” e poi, dopo aver rotto un marciapiede ha fatto un balzo verso Malibu e
lì se ne sono perse le tracce. Le squadre speciali non hanno fatto nemmeno in
tempo ad arrivare.-[17]
-Perderne le tracce? E come è possibile perdere
le tracce di un gigante dalla pelle scarlatta... a meno che…?-
-A meno che non sia ridiventato un uomo
normale, ci ho pensato Andy e sono andato personalmente ad interrogare Bruce
Banner che, guarda caso, ha affittato una casa sulla spiaggia di Malibu.-
-Guarda caso, già. E com’è andata?-
-Ha negato tutto, ovviamente ed io non potevo
certo arrestarlo. Anche se dicono che Banner possa trasformarsi a volontà nel
tipo di Hulk che preferisce, non c’erano prove che quello fosse davvero lui e
poi… a parte rovinare un marciapiede e far saltare un paio di vetrine con le
vibrazioni del suo salto, non ha fatto danni e poi... sia il municipio di Los Angeles che i
proprietari dei negozi le cui vetrine sono state danneggiate hanno ricevuto una
somma generosa per le riparazioni… anonima, naturalmente.-
-Naturalmente.- Roberts sospira. –Lasciamo
stare, ok? Nessuno si è fatto male e poi Banner è il nipote di… del vecchio
Morris, ha il diritto di stare in pace, almeno per ora.-
-Sono d’accordo.-
In quel momento
l’interfono suona e Roberts risponde:
-Che c’è?- chiede.
<<Un messaggio d’aiuto dal nostro
infiltrato nei Giaguari.>> risponde l’uomo dall’altra parte <<È nei
guai, l’hanno scoperto.>>
Roberts
guarda il capo del S.E.B. che annuisce.-
-Ci penso io.- dice ed esce di corsa.
Proprio
in quel momento la terra comincia a tremare.
Miguel
Santos dà un rapido sguardo dentro casa sua. C’è un uomo dei Giaguari che gli
volta le spalle. Una leggera scarica elettrica lo fa svenire e il Fulmine Vivente
entra in casa.
Dove
sono i suoi? Cos’ha combinato suo fratello stavolta? Mentre si avvicina al
salone, Miguel sente una voce dura che parla in spagnolo:
-Mi fidavo di te, José, e tu che fai? Mi
diventi uno spione della polizia e fai arrestare un sacco di bravi ragazzi.
Così non va, dovrò farti punire.-
Suo
fratello un informatore della Polizia? Miguel non riesce a crederci. Ha davvero
sbagliato il giudizio su di lui?
Uccidimi pure , se vuoi, ma lascia stare mia
madre.- la voce di José Santos.
-Ahimè… non ho scelta, capisci? Conosci la
regola: nessun testimone e tua madre lo è purtroppo.-
Ora
basta, deve intervenire. Prima che Miguel possa fare qualsiasi cosa, però, un
rombo si diffonde sotto i suoi piedi. La terra trema e poi il tremore si estende
a tutta la casa. Un terremoto: uno molto forte.
Julia
Carpenter, sua figlia Rachel ed i suoi genitori Walter ed Elizabeth Cornwall
scendono dall’aereo che li ha portati dalle Hawaii sino a Denver, una vacanza
forzata dopo un tentativo di omicidio ed un rapimento per fortuna conclusasi
bene.[18]
-Non riesco a credere che Mike Clemson fosse
ancora ossessionato da me dopo tutti questi anni.- dice una perplessa Elizabeth
Cornwall.
-È perché sei sempre una bella donna Liz.-
replica sorridendo suo marito Walter –Per fortuna che nostra figlia ha preso da
te e non da me.-
Julia
sorride e fa l’occhiolino a Rachel.
-Quel che non capisco è perché ci hanno
rapito.- insiste Elizabeth –Come ha fatto Clemson a convincere i suoi capi?-
-Avevano già fatto esperimenti sul vostro DNA,
ricordate?-[19] spiega Julia .Forse
quella dottoressa Yacqua sperava di scoprire qualcosa di più su come e perché
avesse funzionato il trattamento che mi ha dato i poteri.-
-Beh, ora è finita.- commenta suo padre –Che
intendi fare adesso Julia?-
-Beh… non lo so. Qui non ho più un lavoro e
potrei anche tornare a Los Angeles in pianta stabile.-
-Mamma!- strilla Rachel -Guarda là in TV.-
Tutti
volgono lo sguardo verso un negozio di elettrodomestici dove da una TV in
vetrina arrivano notizie gravi:
<<… devastante terremoto nell’area di Los
Angeles…>>
PARTE SECONDA
DOPO LA CATASTROFE
1.
Calabrone stringe i denti: era da tempo che non tentava
più qualcosa del genere... anzi, ripensandoci, forse non l’ha mai davvero
fatto.
Solo pochi minuti prima il terremoto li ha colti tutti
di sorpresa e solo la rapidità di reazione di Hank ha impedito guai peggiori:
diventato un gigante sostiene meglio che può una trave portante.
Un lamento lo avverte che Jerry Hunt è ancora vivo, ma
gli altri?
-Starfox.- chiama.
-Sono qui .- risponde
Eros
-Ci sono anch’io.-
aggiunge Lorna Dane –Ho creato un campo magnetico per tener lontane le macerie.
Penso io a quella trave.-
-Benissimo.-
Hank si riduce a dimensioni umane, La schiena gli fa
male, ma non è nulla di grave. Spera di non essere costretto a rifarlo o
potrebbe avere serie conseguenze. Anche per questo ha smesso di essere Giant
Man.
-Ascoltate…- dice -… bisogna portar fuori
l’agente Hunt e anche il personale. Loro vengono prima di tutto.
-Lo faremo.- risponde
Starfox, poi si volge a Polaris –E tu…ce la farai?-
-Io resisterò quanto
basta.- replica lei –Ora vai.-
I bungalow si accartocciano come castelli di carte e
solo la prontezza di Lockjaw e la velocità di Quicksilver hanno evitato il
peggio per i residenti. Crystal ed il suo gigantesco cane appaiono nel giardino
proprio mentre Pietro, con in braccio la loro figlia, si arresta davanti a
loro.
-Un terremoto.- esclama
Crystal.
-Uno dei peggiori che
abbia mai visto.- conferma Quicksilver, poi consegna Luna alla madre -Bada a
lei, io vedo se c’è qualcuno che ha bisogno d’aiuto.-
E così dicendo, scompare in un lampo blu.
L’onda d’urto fa sobbalzare la casa. Le strutture
antisismiche stanno reggendo, anche se tutto trema. Il Fulmine Vivente pensa
che deve sfruttare l’occasione e si precipita dentro il salone abbattendo i
Giaguari che sono rimasti in piedi.
-Scappate!- urla a sua
madre e suo fratello -A loro penso io.-
Maria e José Santos non se lo fanno ripetere due volte
e corrono verso la porta.
In quel momento,
il capo dei Giaguari, uno dei primi a cadere a causa del terremoto, li vede ed
afferra la sua pistola. Non scapperai, traditore, pensa.
2.
Al momento della prima, devastante, scossa Greer Nelson
si trovava in forma umana in un centro commerciale. Non era più tornata ad
essere Tigra dalla commemorazione di Capitan America a New York. In qualche
modo aveva perso il gusto di essere una supereroina e cominciava a pensare di
smettere.
Questo
era allora, ma il terremoto ha cambiato tutto. Le strutture antisismiche hanno
retto bene all’urto di un terremoto di magnitudo evidentemente superiore a
quello di ogni altro registrato negli ultimi 100 anni, ma hanno pagato pegno:
pezzi di muro e balaustre sono crollati addosso agli innocenti visitatori ed è
abbastanza chiaro che il posto non resisterà ad un secondo colpo di quella
portata… se ci sarà.
Greer si rialza da terra e si guarda intorno. Sa cosa
deve fare e lo farà: si toglie i vestiti stracciai in più punti e sfiora
l’amuleto che porta al collo. In un attimo la figura flessuosa di Tigra ha
preso il posto di quella umana di Greer Nelson.
I dubbi sono accantonati: ora quel che importa è
aiutare la gente nei guai: bisogna sgombrare il posto prima che una nuova
scossa faccia danni maggiori. La gente qui ha bisogno di aiuto e lei... lei
farà tutto quel che può.
Quasi non sente più la schiena. Il dolore ai muscoli ed
alle articolazioni ha superato la soglia della tollerabilità. Quel lampo blu
che ondeggia davanti ai suoi occhi è un’allucinazione o…
-Sorella…-
-Pietro…- non è
un’allucinazione dopo tutto, pensa Polaris -… devi… c’è ancora gente qui
dentro… portala via…-
-Ho già portato in salvo
il maggiordomo e sua moglie.- risponde Quicksilver –Chi altro c’è?-
-La cameriera al piano di
sopra… .- interviene Calabrone –Al meccanico nell’hangar sotterraneo penso io.-
-Vado.-
Pensiero ed azione sono la stessa cosa per Quicksilver.
In un lampo è al piano di sopra. La cameriera giace a metà della scala, una
trave le ha spaccato la testa. Come si chiamava? Pietro rimpiange di non
essersi mai curato di impararne il nome.
Un rombo sale dal basso. Una nuova scossa? No... è
un’esplosione… i Quinjet nell’hangar sotterraneo.
Pym ce l’avrà fatta? Non è il momento di pensarci: tra
un secondo l’intera struttura collasserà.
Un secondo è quanto basta a Pietro per raggiungere
l’uscita, poi ode uno schianto alle sue spalle, un rumore non dissimile da
quello che provoca lui quando supera il muro del suono.
Si volta di scatto e grida:
-.Lorna… Pym!-
Il capo dei Giaguari stringe convulsamente il dito sul
grilletto ma non è abbastanza veloce da poter battere una scarica elettrica.
Prima che la sua pistola possa sparare un lampo azzurrognolo danza tra le sue
dita e il dolore lo costringe a lasciare l’arma.
Il Fulmine Vivente si solidifica in forma umana davanti
a lui.
-Meriteresti che ti
lasciassi a morire.- dice -Ma io non sono come te… per tua fortuna.-
Lo porta fuori dalla casa pericolante, poi si rivolge
al fratello:
-E così eri tu
l’informatore della Polizia, da quanto?-
-Il Procuratore
Distrettuale è venuto a farmi la proposta mentre ero in carcere.- risponde José
-Mi sembrò un buon modo per rimettermi in carreggiata. Avevo ripensato a quel
che mi avevi detto e concluso che avevi ragione.-
-Perché non mi hai detto
niente? Sai cos’ho pensato di te finora?-
José si concede un sorriso.
-Era questa
l’idea…-spiega -… così le tue reazioni sarebbero state più genuine. Purtroppo
loro hanno saputo.-
-Beh… ora è finita.-
-Già…ma… Los Angeles è
bruciata per me, fratello. D’ora in avanti ci sarà una taglia sulla mia testa
ed anche su quella di mamma, ho paura.-
Miguel non può davvero dargli torto. È un dannato problema,
ma lo affronteranno insieme: non lascerà suo fratello da solo.
3.
Calabrone osserva con aria afflitta quel che rimane
dell’hacienda dei Vendicatori: il primo piano è crollato e della facciata non
rimane praticamente niente. Ai piani sotterranei è andata meglio: l’hangar è
quasi disintegrato dopo l’esplosione dei Quinjet ma era stato disegnato
prevedendo questa possibilità ed il danno è rimasto confinato alle sue pareti
rinforzate. Il laboratorio è sostanzialmente intatto ma tutto il resto della
struttura è inabitabile. I bungalow, invece sono crollati.
E poi ci sono le vittime. Finora sono tre: una
cameriera, un meccanico ed un dei giardinieri che è caduto nella piscina vuota.
Lo stesso Calabrone se l’è cavata solo perché ha assunto le dimensioni di un
insetto ed è sgusciato fuori dribblando le macerie che cadevano. Polaris si è
protetta con uno scudo magnetico.
-Non è stata colpa tua.-
gli dice Lorna -Non potevi prevederlo.-
-Dici?- ribatte Hank –Che
la California sia un territorio altamente sismico lo sappiamo tutti. Dovevo
assicurarmi che questa struttura fosse capace di resistere ad uno di questa
portata, non importa quanto imprevedibile fosse.-
Polaris scuote la testa. Ha già visto
quest’atteggiamento da “Mi hanno dato un compito ed io non sono stato
all’altezza”. Anche Alex era così a volte… ed ecco che ci è ricaduta: si era
ripromessa di non pensare a lui ed invece….
-I computer sono a posto.
Vediamo se è possibile collegarci con qualcuno che ci sappia dire cos’è
accaduto.-
Il collegamento internet funziona ed è attraverso una
web TV che i Vendicatori vengono finalmente a sapere che il terremoto non è
stato naturale ma provocato dal supercriminale Magma, che ha richiesto un
riscatto milionario per non rifarlo.[20]
Tutta quella devastazione ed i morti solo per i soldi. Henry Pym è disgustato.
La sua communicard vibra e nel display appare il viso
di U.S.Agent. Calabrone esita solo un secondo poi trasferisce la chiamata su
uno dei monitor. In breve Agent spiega tutta la situazione ed al termine Hank
chiede:
-Se ti serve aiuto…-
<<No.>>
ribatte Agent <<Io e Battlestar ci occuperemo della cosa da soli per ora.
Magma ha specificato: niente Vendicatori… e poi avrete già abbastanza da fare
dalle vostre parti. Come sono i danni?>>
-Grossi.- conferma
Calabrone... un bell’eufemismo.
Bene, pensa, non ha senso restare con le mani in mano:
le varie comunità della penisola di Palos Verdes hanno ancora bisogno di
assistenza ed i Vendicatori non si tireranno indietro.
Fin dalla prima scossa quella che i media chiamano
spesso la macchina dei soccorsi si è messa in moto in tutta la Contea: i Vigili
del Fuoco e le squadre di emergenza della California Highway Patrol, dello
Sceriffo e delle varie polizie cittadine si danno da fare come possono. Di lì a
poco arriva la notizia che il Governatore della California ha dichiarato lo
stato di emergenza e sta inviando alcuni reparti della Guardia Nazionale a
presidiare la zona ed a dare una mano per i soccorsi. Si dice che anche la
F.E.M.A.[21]
si stia muovendo.
Quando arriva l’alba si è perso il conto degli incendi
domati, delle persone salvate e degli episodi di sciacallaggio repressi. Anche
il conto dei morti e dei feriti è elevato purtroppo. Uomini e donne in divisa
si affannano rifiutandosi di cedere alla stanchezza finché non arrivano i loro
sostituiti.
Ad un certo punto della mattina si diffonde la
notizia che il terremoto è stato provocato artificialmente dal supercriminale
chiamato Magma ed a questo punto subentra una nuova paura: ci sarà un’altra
scossa?
Solo due giorni più tardi, a tarda sera, arriva la
notizia che Magma è stato sconfitto ed è dato per morto mentre la sua macchina
crea terremoti è stata distrutta: il pericolo è cessato.
La nuova alba per la Contea di Los Angeles è un’alba di
speranza.
L’alba illumina anche la casa di Trish Starr e vede un
determinato Henry Pym indossare il costume di Calabrone e prepararsi ad uscire.
-Hank…- gli si rivolge la
giovane ex modella .-… dove vuoi andare?-
-Dovunque ci sia bisogno
di me.- risponde lui –Finché non sarò convinto che l’emergenza è davvero
finita.-
Lei gli sfiora la guancia e gli dice:
-Sì lo capisco. Vai e fa
tutto quel che credi gusto... poi torna qui, ti prego.-
-Tornerò.- risponde lui
poi si ferma a guardarla e ricorda il suo sollievo nello scoprire che la casa
di Trish era rimasta praticamente intatta e lei era illesa, ma il pensiero di
quel che poteva farle il terremoto, di quel che ha fatto a troppi innocenti per
colpa dell’ambizione deviata di un uomo lo riempie di rabbia. Bacia la ragazza,
si rimpicciolisce e vola via.
4.
Quello che si trova in quest’angolo del deserto di
Mojave è un ben strano assembramento: un investigatore del C.B.I,[22]
due Vice U.S. Marshall e quattro agenti della California Hghway Patrol.
L’oggetto del loro interesse è un cadavere… o meglio quel che ne resta.
-Lo ha trovato una nostra
pattuglia.- sta spiegando un sergente della C.H.P. –Stavano facendo il solito
giro lungo la Interstatale 15 quando hanno notato un coyote che portava in
bocca quella che sembrava una mano umana. Si sono fermati e dopo aver convinto
l’animale a mollare la preda hanno scoperto che era davvero la mano di un uomo
ormai quasi interamente rosicchiata…- uno dei Vice U.S. Marshall, una donna, fa
una smorfia di disgusto, il sergente prosegue -… hanno risalito le tracce del
coyote e sono arrivati sin qui, dove hanno trovato… beh lo vedete da voi. A
poca distanza dal cadavere c’era un foglio: l’ordine di trasferimento ad un
penitenziario federale di un detenuto di nome Michel Clemson. I miei uomini si
sono ricordati di un bollettino di ricerca a quel nome per evasione. A questo
punto abbiamo chiamato voi ed eccoci qui.-
In quel momento il medico legale termina l’esame
preliminare ed alza la testa.
-Apparentemente ad
ucciderlo è stato un colpo di pistola alla nuca. Potrebbe essere stata una
Glock calibro 9. Ma è troppo presto per dirlo.-
-Che ne dici, Karen?-
chiede alla collega uno dei Vice U.S. Marshall .-Clemson non è stato fatto
evadere come pensavamo, ma è stato ucciso dai suoi capi per timore della sua
testimonianza. Per noi il caso è chiuso: non è più evasione ma omicidio e ci
tocca passarlo al F.B.I. o ai poliziotti locali.-
-Se questo è veramente
Clemson.- replica l’altra –Non trovi che questo ritrovamento sia stato un po’
troppo conveniente? Voglio dire: quanti giorni sono passati dalla scomparsa di
Clemson, sette, otto? Ed ecco che salta fuori un cadavere che potrebbe essere
il suo convenientemente reso non identificabile dagli animali del deserto.
Questa faccenda puzza e non solo per la presenza del nostro amico qui.- indica
il cadavere.
-Miss Sisco ha messo il
dito nella piaga.- interviene l’investigatore del C.B.I. –Il cadavere non è
identificabile: i coyotes e gli avvoltoi ne hanno fatto scempio e non rimane
abbastanza delle mani per rilevare le impronte digitali. L’unica alternativa
sarebbe l’esame del DNA… se c’è qualcosa con cui compararlo.-
-Clemson era un agente
federale, dovrebbe aver lasciato un campione del suo DNA.- insiste il Vice U.S.
Marshall maschio.
-Vedremo.- commenta l’altra
–Vedremo.-
Non molto distante da lì, in un altro settore dello
stesso deserto di Mojave quattro uomini si stanno addentrando in un complesso
sotterraneo. Tre di essi indossano dei costumi multicolore: U.S.Agent,
Battlestar e Calabrone, il quarto indossa un abito scuro, è l’Agente Speciale
del F.B.S.A. Phil Coulson.
-E così questo era il
rifugio segreto di Magma…- commenta Calabrone -… o almeno quel che ne resta.
Avete fatto un buon lavoro nel distruggerlo, ragazzi.-
-Siamo sempre stati
bravissimi a distruggere le cose, non è vero J… Agent?- commenta con un
sogghigno Battlestar.
-Non c’era scelta.-
replica, cupo, U.S.Agent –La macchina crea terremoti doveva essere distrutta
anche a costo delle nostre stesse vite.-
-Hai detto che Magma è
scomparso in un’esplosione...- chiede Calabrone ad Agent -… dove?-
-Esattamente qui.-
risponde Agent –Ricordo benissimo di averlo visto dirigersi barcollando verso
la sua macchina infernale, poi c’è stata un’esplosione e lui è stato preso in
pieno, il tetto gli è caduto addosso ed un muro di fiamme ci ha separati, poi
ho dovuto pensare a portare in salvo Battlestar prima che questo posto saltasse
del tutto in aria.-
-Già.- commenta
Battlestar –Per fortuna adesso sto molto meglio. Merito di una vita sana e di
un fisico superpotenziato… per tacere di una settimana di riposo.-
Calabrone esita un attimo poi cresce a statura
gigantesca e comincia a sgombrare le macerie badando a non provocare crolli.
Quello che emerge sono il lanciafiamme ed il casco di Magma ed un largo buco
nel pavimento.
-Vado a controllare.-
dice Hank e si rimpicciolisce a misura d’insetto volando dentro la voragine. Le
sue lenti speciali illuminano una larga caverna sotterranea dentro cui scorre
un fiume, un tributario del Mojave River probabilmente. Se, come sembra,
Jonathan Darque[23] è caduto lì dentro,
ritrovarlo potrebbe essere impossibile… sempre che un giorno o l’altro non sia
lui a rifarsi vivo.
Henry ritorna su ed informa i suoi compagni delle sue
scoperte, poi tutti si avviano in superficie.
-Sapete…- dice Battlestar
-… me lo chiedevo anche l’ultima volta che sono stato qui: quest’installazione
dev’essere costata un mucchio di soldi, per tacere di quelli necessari a pagare
i suoi sgherri, dove li ha trovati Magma?-
-Bella domanda.- replica
Coulson –Qualcuno deve averlo finanziato, è evidente.-
-Ma in cambio di cosa?-
chiede ancora Lemar Hoskins –Una parte del riscatto che Magma sperava di avere
o qualcos’altro?-
-Ottime domande… peccato
che manchino le risposte.-
Salgono in superficie e Calabrone fa in modo di uscire
per ultimo con Battlestar.
-Ho bisogno di parlarti…
da solo.- gli dice.
-Di che si tratta?-
chiede, perplesso Lemar.
-Di un incarico delicato
e quando ti avrò spiegato di che si tratta, ti capirò se rifiuterai. Nel
frattempo, per favore, non parlarne con nessuno.-
-Se vuoi chiedermi di
fare qualcosa alle spalle di J… Jack…-
-Nulla del genere, stai
tranquillo.-
Calabrone gli dà un appuntamento e l’indirizzo a cui
recarsi, poi tace per tutto il resto del viaggio.
Il luogo è il prato dell’hacienda dei Vendicatori. A
quanto pare è l’ora degli addii: il primo ad andarsene è stato Starfox,
parlando di una chiamata per Titano. Un’astronave è arrivata a prenderlo e
subito dopo il suo decollo Polaris parla:
-Vado a New York. Resterò
con mia sorella Wanda per un po’-
-Ed io vado con lei.-
proclama Quicksilver.
-Cosa?- esclama Crystal
–Credevo saresti venuto con me ad Attilan-
-Ti ringrazio Crys…-
replica Pietro -… ma sai anche tu che non funzionerebbe. La tua famiglia … beh
diciamo che non sono loro molto simpatico… ma voglio che restiamo in contatto.
Voglio vedere Luna ogni volta che posso e una volta che avrai sistemato le cose
con loro…-
La frase rimane in sospeso e Pietro si rivolge a
Calabrone:
-Addio, almeno per ora,
Pym… e non lasciare che nessuno ti dica che non sei un buon leader.-
-Tu me l’hai detto
spesso.- replica Hank.
-Ah… lo sai come sono
fatto… Steve sarebbe fiero di te, credimi.-
Calabrone abbozza un sorriso poco convinto, poi il
Fulmine Vivente interviene:
-Mio fratello e mia madre
entreranno nel Programma Protezione Testimoni ed io… devo andare con loro, almeno
per un po’. Mi capisci Calabrone?-
-Sì, ti capisco.-
Bel leader che è, pensa Hank, in pochi minuti ha perso
cinque membri del gruppo, She-Hulk si è già presa una vacanza e così pure
Aracne. D-Man l’ha allontanato lui per la missione segreta. Rimangono solo lui,
U.S.Agent e Tigra. Un po’ poco per un gruppo dei “Più Potenti Eroi della
Terra”.
-Beh, credo che sia ora
di un “rompete le righe”…- dice infine -… almeno finché la nostra sede non sarà
ricostruita. Dovremmo anche cercare dei nuovi membri, ma ora non ne ho proprio
voglia.-
-E che farai?- chiede
Tigra con tono che non nasconde la preoccupazione.
-Non preoccuparti per
me.- replica Hank in tono fintamente allegro –C’è sempre qualcosa da fare per
gli scienziati avventurieri non lo sai?-
Tigra lo bacia su una guancia.
-Bada a te, Hank.- gli
dice.
Ci proverò, pensa lui, dopotutto sono pur sempre un
Vendicatore.
EPILOGO
Non
ricorda bene quanto tempo è passato, ma ricorda benissimo quel che è avvenuto a
partire da quel giorno in cui, al rientro da una trasferta a New York, era
ben deciso a cambiare molte cose.
Era
entrato in sala riunioni, dove i suoi compagni d’avventura lo stavano
aspettando e She-Hulk lo aveva salutato con cordialità:
-Salve Hank,
bentornato tra noi. Mi è stato detto che ci avresti portato qualcosa.-
-Infatti.- rispose
Hank e gettò sul tavolo delle riunioni degli oggetti –Le nuove communicard con
il logo dell’ONU. Da oggi siamo ufficialmente la Sezione costa Ovest dei
Vendicatori. Complimenti amici, siamo tornati in serie A.-
Sì così erano andate le cose, ma ora
sembra proprio che il sogno si sia infranto. Con tre quarti del gruppo che se
n’è andata per vari motivi, forse sarebbe il caso di chiudere tutta la baracca,
No… si rifiuta di ammetterlo: lui è
Henry Pym, il Calabrone, uno dei membri fondatori del gruppo e non mollerà. I
Vendicatori Costa Ovest non sono finiti, non finché ci sarà lui.
Spegne le luci ed esce all’aperto
lasciandosi alle spalle il laboratorio. Ingrandisce il suo nuovo Rover, vi sale
a bordo e decolla. Un ultimo sguardo alla villa in rovina. Sarà ricostruita
proprio come è sempre avvenuto per la sede Est e sa già a chi rivolgersi per
questo.
Un ultimo sguardo verso il tramonto
e poi via verso la casa di Trish Starr per dimenticare per un po’ i suoi guai e
prepararsi alle sfide che il futuro riserva a lui ed ai Vendicatori, perché ci
saranno nuove sfide: è l’unica cosa di cui è certo.
FINE…
PER ORA
NOTE
DELL’AUTORE
Con questa storia si conclude la mia
gestione di questa serie, iniziata nel lontano 2005 con il #7.
I
primi sei numeri, realizzati da Sergio Calvaruso, altrimenti noto come Gambitt
(con il contributo iniziale di Ermanno Ferretti), avevano un tono volutamente
demenziale e sopra le righe. I miei diciannove episodi, per tacere degli
annual, hanno, invece, avuto un tono serio (ma non serioso, almeno spero),
magari stemperato ogni tanto da un po’ di sana ironia.
Uno
dei miei intenti era di realizzare una maggiore integrazione con i confratelli
Est e spero di essere riuscito a dare quella sensazione.
Come
è nel mio stile, ho focalizzato la mia attenzione sulle relazioni tra i
personaggi e sulla costruzione di una vita privata credibile ed è a questo
scopo che ho reintrodotto comprimari semidimenticati come Trish Starr, Morris
Walters, Dennis “Buck” Bukowski, il dottor Jim North e ne ho creati di nuovi
come il maggiordomo Ramon Delgado e sua moglie Maria ed il Sottosceriffo (oggi
sceriffo ad interim suo malgrado) Andy Roberts che spero abbiate apprezzato e
spero anche che i miei successori non dimentichino quest’aspetto.
Prima
dei saluti, ecco un po’ di note su quest’episodio.
1)
Lo sceriffo Morris Walters, padre di
She-Hulk (e zio di Hulk, non dimentichiamolo) è morto su She-Hulk MIT #8 di
Igor Della Libera.
2)
Nello stesso episodio, pur di salvare
She-Hulk dalla sua catturatrice, Calabrone ha fatto un patto con il nuovo Power
Broker le cui conseguenze si vedranno su questa serie prossimamente.
3)
Il terremoto le cui conseguenze si
vedono in questo racconto è stato provocato da Magma (il supercriminale, non la
graziosa ragazza membro dei Nuovi Mutanti) su U.S.Agent MIT #3. Nello stesso
episodio il suddetto supercriminale è stato fermato da U.S.Agent e Battlestar.
4)
Quale proposta ha fatto Calabrone a
Battlestar? Lo scoprirete solo leggendo, temo.
5)
I misteri relativi ai mandanti di Mike
Clemson e del Manipolatore verranno affrontati altrove.
6)
L’agente Jerry Hunt è stato creato da
Marv Wolfman & Carmine Infantino su Spider Woman Vol. 1° #1. Lui e Jessica
hanno avuto una storia finita dopo un
po’ con una separazione apparentemente amichevole. Nella continuity MC2
i due hanno avuto un figlio, Gerry, che ha ereditato i poteri ragneschi della
madre ed è stato per un po’ il nuovo Uomo Ragno.
7)
Noterella di colore: il nome della Vice
U.S. Marshall Karen Sisco è preso di peso dal personaggio omonimo creato da
Elmore Leonard nel racconto “Karen Makes Out” del 1996, personaggio che è stato
protagonista del film “Out of Sight”, in cui era interpretato da Jennifer
Lopez, e di una breve serie televisiva del 2003 in cui era interpretata da
Carla Gugino. È sempre stato un mio vezzo prendere per ruoli minori personaggi
di altri media.
8)
Nota di continuity. Dopo una lunga
rincorsa questa serie si riallinea alle altre MIT. Per i puristi, dirò che
tutta la parte prima ed i capitoli 1/3 della parte seconda si svolgono
praticamente in contemporanea con U.S.Agent MIT #3, il capitolo 4 si svolge nei
giorni successivi ai fatti del suddetto racconto.
E
con questo ho finito. Spazio ringraziamenti: a rossointoccabile, il mio
supervisore indefesso, a Fabio Furlanetto che ha contributo con preziosi
suggerimenti, idee e critiche (queste ultime non sempre ascoltate -_^).
Non
mi resta ora che augurare in bocca al lupo a Carmelo Mobilia e Igor Della Libera
che mi succederanno alla guida di questa serie con idee sempre nuove e
divertenti.
Nel
prossimo episodio… non chiedetelo a me, io non c’entro più nulla ormai. -_^
Carlo
[1] Eventi narrati su She-Hulk MIT #5/8.
[2] Come visto su Capitan America MIT #50.
[3] Una storia narrata per la prima volta su Tales To Astonish #44 (Prima edizione italiana Uomo Ragno, Corno, #28).
[4] Savage She-Hulk #2 inedito in Italia.
[5] Savage She-Hulk #17 inedito in Italia.
[6] Avvenuta su She-Hulk MIT #8.
[7] Cosa che Scarlet ha scoperto in Vendicatori MIT #84.
[8] Figlio naturale di Wanda e Wonder Man,
[9] Negli ultimi due episodi di questa serie.
[10] Che è anche uno degli Iron Men.
[11] Vedi Vendicatori Segreti #12.
[12] Avanzate Idee di Distruzione
[13] In She-Hulk #8.
[14] Davanti a una corte federale per aver cospirato l’assassinio dei Vendicatori, come visto nell’ultimo episodio
[15] La principale luna di Saturno.
[16] In Vendicatori MIT #81/82
[17] Per l’intera storia è consigliata la lettura di Hulk MIT #21.
[18] Come visto negli episodi n. 23 e 24.
[19] Nella miniserie Spider Woman, inedita in Italia.
[20] I particolari su USAgent MIT #3
[21] Federal Emergency Management Agency, l’agenzia federale analoga alla nostra Protezione Civile che si occupa di gestire le emergenze troppo grandi per le forze dei singoli Stati.
[22] California Bureau of Investigation,
[23] Il vero nome di Magma.